Come Realizzare una Cucina in Muratura da Esterno?
Dalle misure ai materiali, dai costi ai tempi di realizzazione, dagli elettrodomestici agli errori da evitare: ecco i consigli degli esperti
La bella stagione è arrivata insieme alla voglia di godere di terrazzi e giardini, organizzando, perché no, una bella cena tra amici. Se si ha la fortuna di avere uno spazio outdoor abbastanza grande (non per forza maxi), è possibile far realizzare una cucina in muratura che, tra comfort e qualità, non ha nulla da invidiare a quella indoor.
Un architetto può disegnare la cucina su misura per l’esterno, godibile in estate o quasi tutto l’anno. Cerca nella tua zona l’architetto con cui collaborare.
Un architetto può disegnare la cucina su misura per l’esterno, godibile in estate o quasi tutto l’anno. Cerca nella tua zona l’architetto con cui collaborare.
1. Misure: quanto spazio serve per una cucina in muratura outdoor?
«Le dimensioni di una cucina per esterni sono strettamente legate allo spazio che si ha a disposizione e alla geometria dei luoghi», spiega l’architetto Daniele Pannuto. «All’aperto non sempre vi sono muri su cui predisporre le varie attrezzature e quindi la superficie di pavimento può essere liberamente configurata secondo le proprie necessità».
Se vogliamo, però, indicare una dimensione minima «bisogna avere abbastanza spazio per disporre tre elementi fondamentali: lavello, piano per la cottura e spazio di lavoro».
Rispetto alle cucine per interni, nell’outdoor non vi sono particolari vincoli di spazio per cui «è possibile utilizzare il modulo di 60 cm per ognuno degli elementi. Questa dimensione consente di avere una buona ergonomia, senza dover necessariamente eccedere nelle dimensioni. Inoltre è possibile ridurre ogni singolo “blocco” anche a 45 cm».
Non bisogna dimenticare il fattore “comodità”; è importante poter usufruire, anche in esterno, di abbastanza agio per poter cucinare bene, senza il rischio di dover ricorrere a piani o appoggi temporanei. L’architetto Marco Carlini ritiene che «l’ideale sarebbe una cucina lunga 3 metri».
«Le dimensioni di una cucina per esterni sono strettamente legate allo spazio che si ha a disposizione e alla geometria dei luoghi», spiega l’architetto Daniele Pannuto. «All’aperto non sempre vi sono muri su cui predisporre le varie attrezzature e quindi la superficie di pavimento può essere liberamente configurata secondo le proprie necessità».
Se vogliamo, però, indicare una dimensione minima «bisogna avere abbastanza spazio per disporre tre elementi fondamentali: lavello, piano per la cottura e spazio di lavoro».
Rispetto alle cucine per interni, nell’outdoor non vi sono particolari vincoli di spazio per cui «è possibile utilizzare il modulo di 60 cm per ognuno degli elementi. Questa dimensione consente di avere una buona ergonomia, senza dover necessariamente eccedere nelle dimensioni. Inoltre è possibile ridurre ogni singolo “blocco” anche a 45 cm».
Non bisogna dimenticare il fattore “comodità”; è importante poter usufruire, anche in esterno, di abbastanza agio per poter cucinare bene, senza il rischio di dover ricorrere a piani o appoggi temporanei. L’architetto Marco Carlini ritiene che «l’ideale sarebbe una cucina lunga 3 metri».

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Gli fa eco Monica Bertucci: «Quando si pensa a una cucina da esterno, le combinazioni possono essere diverse; nel caso in cui sia necessario semplicemente un punto fuoco e un lavabo, le dimensioni necessarie possono essere anche minime, nell’ordine di 1,5-2 metri. Se invece la necessità è di avere una vera e propria cucina attrezzata per godersi il piacere di preparare pranzi e cene all’aperto, oltre allo stretto necessario possiamo inserire mobilio per riporre gli strumenti, piani d’appoggio o di lavoro ed eventualmente qualche elettrodomestico. In questo caso le dimensioni minime sono circa 3 metri. Questi possono anche essere distribuiti in più spazi, purché a breve distanza fra loro».
2. Quali sono i materiali migliori da utilizzare in esterno?
L’architetto Carlini consiglia i graniti perché garantiscono durabilità nel tempo, inoltre presentano una gamma molto ampia di tipologie e colori.
«Il panorama dei materiali oggi è quanto mai più ampio. La scelta viene solitamente influenzata da due fattori, la praticità e l’integrabilità estetica», precisa Bertucci. «Per praticità si intende la facilità di pulizia e la resistenza meccanica e alle intemperie. L’estetica, invece, è direttamente collegata al contesto e all’arredo esterno. Da entrambi i punti di vista i materiali naturali sono la scelta più frequente, con i prodotti ora disponibili sul mercato è possibile trattare qualsiasi superficie per renderla resistente ad agenti esterni quali acidi o temperature elevate».
L’architetto Carlini consiglia i graniti perché garantiscono durabilità nel tempo, inoltre presentano una gamma molto ampia di tipologie e colori.
«Il panorama dei materiali oggi è quanto mai più ampio. La scelta viene solitamente influenzata da due fattori, la praticità e l’integrabilità estetica», precisa Bertucci. «Per praticità si intende la facilità di pulizia e la resistenza meccanica e alle intemperie. L’estetica, invece, è direttamente collegata al contesto e all’arredo esterno. Da entrambi i punti di vista i materiali naturali sono la scelta più frequente, con i prodotti ora disponibili sul mercato è possibile trattare qualsiasi superficie per renderla resistente ad agenti esterni quali acidi o temperature elevate».
«All’esterno i materiali di finitura e da costruzione deperiscono più rapidamente di quelli all’interno, a causa degli agenti atmosferici. La scelta del materiale per il top e il paraschizzi deve quindi tenere in considerazione questo aspetto fondamentale, oltre alla tipologia dell’installazione, se fissa o mobile – puntualizza l’architetto Pannuto. Possiamo tuttavia contare su una vasta scelta, ricorrendo a materiali che negli interni troverebbero probabilmente difficoltà a inserirsi perché forti, estremi, naturali, grezzi».
«Per restare su un materiale universale possiamo contare sul sempre attuale e performante acciaio inox per un look tecnico e di carattere, per arrivare alle costruzioni in muratura rivestite in mattonelle di ceramica o lisciate a cemento; le lastre di pietra, marmo o granito trovano qui la massima espressione della propria fisicità materica, così come il cotto, storico e naturale, fino ad arrivare ai recenti materiali frutto della ricerca tecnologica come i materiali composti da quarzo e resine, i gres porcellanati ad alta resistenza e le lisciature in resina cementizia».
«Per restare su un materiale universale possiamo contare sul sempre attuale e performante acciaio inox per un look tecnico e di carattere, per arrivare alle costruzioni in muratura rivestite in mattonelle di ceramica o lisciate a cemento; le lastre di pietra, marmo o granito trovano qui la massima espressione della propria fisicità materica, così come il cotto, storico e naturale, fino ad arrivare ai recenti materiali frutto della ricerca tecnologica come i materiali composti da quarzo e resine, i gres porcellanati ad alta resistenza e le lisciature in resina cementizia».
3. Elettrodomestici e rubinetteria, quali consigli?
«È importante scegliere elettrodomestici robusti, progettati per l’esterno, pratici e con delle comode prese, preferibilmente in acciaio inox. Per le situazioni non protette da coperture, è consigliabile ricorrere a modelli con coperchio, utile ad evitare degrado da fogliame e a proteggere dalla pioggia. Per i piani cottura si può scegliere tra l’alimentazione elettrica, a gas o a legna: la preferenza, in questo caso, è molto soggettiva», precisa Pannuto.
Non ha dubbi Carlini: «Ovviamente elettrodomestici da incasso e rubinetteria in acciaio inox». Lo conferma anche Bertucci: «Sicuramente realizzati in acciaio inox o con materiali studiati appositamente per gli esterni. La tipologia poi varia in base alle necessità, nella cultura americana per esempio nella cucina da esterno non deve mancare nulla, dal frigorifero alla lavastoviglie».
«È importante scegliere elettrodomestici robusti, progettati per l’esterno, pratici e con delle comode prese, preferibilmente in acciaio inox. Per le situazioni non protette da coperture, è consigliabile ricorrere a modelli con coperchio, utile ad evitare degrado da fogliame e a proteggere dalla pioggia. Per i piani cottura si può scegliere tra l’alimentazione elettrica, a gas o a legna: la preferenza, in questo caso, è molto soggettiva», precisa Pannuto.
Non ha dubbi Carlini: «Ovviamente elettrodomestici da incasso e rubinetteria in acciaio inox». Lo conferma anche Bertucci: «Sicuramente realizzati in acciaio inox o con materiali studiati appositamente per gli esterni. La tipologia poi varia in base alle necessità, nella cultura americana per esempio nella cucina da esterno non deve mancare nulla, dal frigorifero alla lavastoviglie».
4. Una copertura, se fosse possibile, sarebbe consigliata?
«Idealmente la cucina all’aria aperta non necessita di coperture, salvo quando non sia necessario essere protetti dal sole, dalle intemperie o quando semplicemente vengono privilegiate collocazioni sotto elementi architettonici preesistenti entro cui completare una scenografia d’arredo», spiega Pannuto e aggiunge: «L’utilizzo di una cucina outdoor è limitato nel tempo, stagionale, talvolta saltuario: questa condizione privilegia la necessità di proteggere l’installazione utilizzando adeguate coperture, che possono essere fisse o asportabili. In alternativa, esistono in commercio diverse soluzioni mobili, come ombrelloni, gazebo e pergolati».
«Un porticato fisso sarebbe auspicabile, altrimenti si può pensare a coperture mobili leggere da usare solo per l’inverno», sottolinea Carlini.
«Idealmente la cucina all’aria aperta non necessita di coperture, salvo quando non sia necessario essere protetti dal sole, dalle intemperie o quando semplicemente vengono privilegiate collocazioni sotto elementi architettonici preesistenti entro cui completare una scenografia d’arredo», spiega Pannuto e aggiunge: «L’utilizzo di una cucina outdoor è limitato nel tempo, stagionale, talvolta saltuario: questa condizione privilegia la necessità di proteggere l’installazione utilizzando adeguate coperture, che possono essere fisse o asportabili. In alternativa, esistono in commercio diverse soluzioni mobili, come ombrelloni, gazebo e pergolati».
«Un porticato fisso sarebbe auspicabile, altrimenti si può pensare a coperture mobili leggere da usare solo per l’inverno», sottolinea Carlini.
«La copertura è sempre una buona soluzione, in quanto permette di utilizzare la cucina da esterno anche con condizioni avverse», afferma Bertucci e spiega: «Pensiamo per esempio a quei cibi che cucinati in casa lasciano odori per diverse ore… potremmo cosi sfruttare la cucina non solo in compagnia di amici, ma anche nella nostra quotidianità. Detto questo non è mai strettamente necessario prevedere una copertura, anche se questa allunga sicuramente il ciclo di vita della cucina e riduce drasticamente pulizia e manutenzioni. Nel caso in cui non fosse possibile è bene tenere a mente questo aspetto durante la progettazione e la scelta dei materiali. Vi sono prodotti che nascono con lo scopo di resistere alle intemperie; mentre in altri casi sarà necessario predisporre eventuali scoli sui ripiani e sulla pavimentazione per non far stagnare l’acqua con conseguente proliferazione di muffe».
5. Tempi e costi
«Solitamente sono necessari circa una trentina di giorni per progetto e realizzazione delle varie parti, per l’installazione invece si può impiegare da 1 a 3-4 giorni. È fondamentale prendersi il tempo necessario per valutare prima di tutto la praticità della soluzione studiata assieme al progettista o all’azienda», dice Bertucci.
Il prezzo «dipende molto dai materiali e dalle loro finiture, non sempre un materiale di ottima qualità è quello che costa di più. Il range di prezzi può variare in genere dai 2.500 ai 7.500 euro comprensivi di progetto e rendering. Per lavori particolari la cifra può salire ulteriormente».
Carlini ritiene che una buona cucina in muratura da esterno parta generalmente da 5.000 euro; e conferma che indicativamente il tempo necessario per realizzarla è di circa un mese.
«Solitamente sono necessari circa una trentina di giorni per progetto e realizzazione delle varie parti, per l’installazione invece si può impiegare da 1 a 3-4 giorni. È fondamentale prendersi il tempo necessario per valutare prima di tutto la praticità della soluzione studiata assieme al progettista o all’azienda», dice Bertucci.
Il prezzo «dipende molto dai materiali e dalle loro finiture, non sempre un materiale di ottima qualità è quello che costa di più. Il range di prezzi può variare in genere dai 2.500 ai 7.500 euro comprensivi di progetto e rendering. Per lavori particolari la cifra può salire ulteriormente».
Carlini ritiene che una buona cucina in muratura da esterno parta generalmente da 5.000 euro; e conferma che indicativamente il tempo necessario per realizzarla è di circa un mese.
«Pronte le predisposizioni idrauliche ed elettriche, i parametri che incidono sulla tempistica di realizzazione di una cucina outdoor derivano principalmente dalle dimensioni e dai materiali di finitura impiegati. Per una installazione minima la tempistica può essere anche di 3-4 giorni, per passare alla settimana per una tipologia media, fino anche a 15 giorni per le configurazioni più complesse e articolate. Senza contare il tempo necessario per l’area su cui è previsto il montaggio: questo fattore aggiunge tempistiche molto variabili a seconda dello stato dei luoghi e delle lavorazioni necessarie per la predisposizione degli ambienti esterni», spiega Pannuto.
Anche i costi sono estremamente variabili: «con investimento basso è possibile avere un progetto minimale, si può invece arrivare anche a budget molto elevati. Fermo restando la necessità di avere a disposizione impianti di carico acqua (anche solo fredda) e di scarico, eventualmente anche di linea elettrica, realizzabili con poche centinaia di euro a seconda delle distanze da coprire e delle attività di muratura che sono necessarie, per avere una configurazione di minima possono essere sufficienti 1.500-2.000 euro. Si arriva a costi considerevoli per diverse migliaia di euro in caso di realizzazioni più strutturate che prevedono diversi tipi di cotture, forni, comparti di refrigerazione, accessori e materiali pregiati».
Anche i costi sono estremamente variabili: «con investimento basso è possibile avere un progetto minimale, si può invece arrivare anche a budget molto elevati. Fermo restando la necessità di avere a disposizione impianti di carico acqua (anche solo fredda) e di scarico, eventualmente anche di linea elettrica, realizzabili con poche centinaia di euro a seconda delle distanze da coprire e delle attività di muratura che sono necessarie, per avere una configurazione di minima possono essere sufficienti 1.500-2.000 euro. Si arriva a costi considerevoli per diverse migliaia di euro in caso di realizzazioni più strutturate che prevedono diversi tipi di cotture, forni, comparti di refrigerazione, accessori e materiali pregiati».
6. E finita l’estate, quali accorgimenti sono necessari?
«Se vi è una copertura e i materiali scelti sono idonei, è sufficiente chiudere il collegamento idrico per evitare gelate e danni alle tubazioni. Se, invece, la cucina è esposta alle intemperie per alcuni prodotti sono disponibili teli di copertura in vinile microforato, il quale non permette il passaggio dell’acqua ma lascia respirare i prodotti. Il classico nylon è controproducente in quanto fa ristagnare l’umidità», dice Bertucci.
«Drenare l’acqua dalle tubature per evitare congelamenti e rotture è importante», ribadisce Carlini che, oltre a proteggere il piano, consiglia di coprire anche le ante per preservale al meglio.
«Finita la stagione, è molto importante eseguire un’accurata pulizia del barbecue e degli attrezzi utilizzati. È consigliabile coprire sempre la cucina con teli in plastica impermeabili per evitare che la pioggia la deteriori con il passare del tempo. Alla ripresa della bella stagione, sarà necessaria comunque una nuova ed accurata pulizia e, se la muratura lo consente, anche una imbiancata; se sono presenti materiali lapidei, qualora fosse necessario, sarà possibile effettuare una levigatura delle superfici», aggiunge Pannuto.
«Terminato l’inverno, è consigliabile pulire la cucina da eventuali materiali depositati durante i mesi più freddi e “risvegliare” il forno o il barbecue in muratura accendendo dei piccoli fuochi. Questo permetterà all’umidità residua di evaporare lentamente senza creare danni», gli fa eco di nuovo Bertucci.
«Se vi è una copertura e i materiali scelti sono idonei, è sufficiente chiudere il collegamento idrico per evitare gelate e danni alle tubazioni. Se, invece, la cucina è esposta alle intemperie per alcuni prodotti sono disponibili teli di copertura in vinile microforato, il quale non permette il passaggio dell’acqua ma lascia respirare i prodotti. Il classico nylon è controproducente in quanto fa ristagnare l’umidità», dice Bertucci.
«Drenare l’acqua dalle tubature per evitare congelamenti e rotture è importante», ribadisce Carlini che, oltre a proteggere il piano, consiglia di coprire anche le ante per preservale al meglio.
«Finita la stagione, è molto importante eseguire un’accurata pulizia del barbecue e degli attrezzi utilizzati. È consigliabile coprire sempre la cucina con teli in plastica impermeabili per evitare che la pioggia la deteriori con il passare del tempo. Alla ripresa della bella stagione, sarà necessaria comunque una nuova ed accurata pulizia e, se la muratura lo consente, anche una imbiancata; se sono presenti materiali lapidei, qualora fosse necessario, sarà possibile effettuare una levigatura delle superfici», aggiunge Pannuto.
«Terminato l’inverno, è consigliabile pulire la cucina da eventuali materiali depositati durante i mesi più freddi e “risvegliare” il forno o il barbecue in muratura accendendo dei piccoli fuochi. Questo permetterà all’umidità residua di evaporare lentamente senza creare danni», gli fa eco di nuovo Bertucci.
7. Quali sono gli errori da evitare?
«Durante la progettazione, è bene farsi consigliare da un professionista in particolare per quanto riguarda la scelta di materiali, accessori e suddivisione degli spazi», afferma Bertucci.
Carlini invita a «prediligere materiali di qualità poiché l’esposizione agli agenti atmosferici potrebbe rovinare la cucina».
«Consiglio di riflettere molto in fase progettuale, sia per quanto riguarda la tipologia di cucina outdoor sia per quanto riguarda la dimensione: spesso, presi dall’entusiasmo iniziale, la tendenza è quella di voler installare molte attrezzature che poi non vengono utilizzate, ritrovandosi anche a dover fare i conti con ingombri scomodi e superflui. Conviene piuttosto procedere per step e realizzare in un primo momento le parti principali, lasciando spazi per eventuali ampliamenti in un secondo tempo e se mai sorgessero ulteriori necessità».
«Durante la progettazione, è bene farsi consigliare da un professionista in particolare per quanto riguarda la scelta di materiali, accessori e suddivisione degli spazi», afferma Bertucci.
Carlini invita a «prediligere materiali di qualità poiché l’esposizione agli agenti atmosferici potrebbe rovinare la cucina».
«Consiglio di riflettere molto in fase progettuale, sia per quanto riguarda la tipologia di cucina outdoor sia per quanto riguarda la dimensione: spesso, presi dall’entusiasmo iniziale, la tendenza è quella di voler installare molte attrezzature che poi non vengono utilizzate, ritrovandosi anche a dover fare i conti con ingombri scomodi e superflui. Conviene piuttosto procedere per step e realizzare in un primo momento le parti principali, lasciando spazi per eventuali ampliamenti in un secondo tempo e se mai sorgessero ulteriori necessità».
8. Un ultimo consiglio?
«La cucina da esterno è uno spazio prima di tutto da vivere e godersi, consiglio di prediligere la praticità avendo sempre un occhio di riguardo per il design e l’impatto estetico che avrà sullo spazio circostante. La cucina da esterno è, come il caminetto, uno spazio che aumenta sempre il valore degli immobili, aspetto fondamentale nella decisione del budget da dedicarvi», conclude Bertucci.
«Se gli spazi e la loro conformazione lo consentono, consiglio di realizzare la cucina all’aperto in un bel punto del giardino o del terrazzo, in modo che ci sia anche la soddisfazione di poter godere di viste privilegiate che possano accompagnare gradevolmente la preparazione dei cibi», chiude Pannuto.
Questa storia è stata pubblicata il 20 giugno 2016 e poi aggiornata
Raccontaci: ti piacerebbe avere una cucina outdoor? O magari ce l’hai già? Scrivicelo nei Commenti.
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10 Cucine in Muratura per il Vostro Prossimo Pranzo in Giardino
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«Se gli spazi e la loro conformazione lo consentono, consiglio di realizzare la cucina all’aperto in un bel punto del giardino o del terrazzo, in modo che ci sia anche la soddisfazione di poter godere di viste privilegiate che possano accompagnare gradevolmente la preparazione dei cibi», chiude Pannuto.
Questa storia è stata pubblicata il 20 giugno 2016 e poi aggiornata
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